Sono un cittadino italiano e alle
ultime elezioni politiche del 24-25 febbraio ho votato alla Camera
dei deputati il M5S. Quella che sto scrivendo è da considerare una
lettera aperta a tutti gli elettori ed eletti del movimento.
Come per moltissimi altri, era la prima
volta che votavo per questa formazione politica. Non c'è alcun
bisogno di dichiarare quali siano i miei orientamenti politici e
quali le mie preferenze nelle scorse elezioni.
Basta dire che avevo maturato una
profonda delusione per l'attività dei partiti che vedevo con favore,
e più in generale di tutto il panorama politico. Come per molti
milioni di italiani, avere visto giorno dopo giorno calpestati il
buon senso e il rispetto nei confronti dei cittadini da parte di chi
detiene il potere, ha provocato in me un grande, grandissimo senso di
sdegno e indignazione. A questi sentimenti si sono aggiunti presto
quelli della rabbia e della frustrazione: questo prova chi si sente
continuamente sotto attacco e minacciato e non può, d'altra parte,
difendersi e fare valere le proprie ragioni.
Con il suo atteggiamento insensibile se
non addirittura oltraggioso nei confronti della richiesta di buon
senso e di giustizia dei cittadini, la politica ha esercitato in
maniera talora nascosta, talora sfacciatamente scoperta, una violenza
inaudita. E sia chiaro: la violenza non è solo quella fisica. La
violenza ha assunto in questi anni, e specie durante quest'ultimo
periodo di crisi economica, le forme più varie di imposizione
dall'alto di un volere che nessuno, tranne veramente pochi, ha
condiviso e accettato di buon grado. Faccio alcuni esempi: la
politica di austerity, la quale ha colpito gli ultimi; l'elevata
tassazione specie di chi produce; il tentativo di privatizzare
l'acqua e di introdurre nuovamente il nucleare;
la progressiva distruzione della scuola pubblica, le
inefficienze del sistema sanitario; i costi della politica e così
via.
Sono rimasto sconcertato, perché non
ho ravvisato in nessuna delle vecchie forze politiche la benché
minima umiltà di dire agli italiani: “Abbiamo sbagliato. Siamo
coscienti dei nostri gravissimi errori e mancanze, ma adesso siamo
veramente disposti a voltare pagina. E lo dimostreremo coi fatti.”
E' per questo che mi sono deciso a punire il partito per cui avrei
votato altrimenti, e con esso tutta la classe politica. Ho voluto
quindi dare il voto al movimento di cittadini che fa capo a Beppe
Grillo. Vedendo l'imbarazzo dei candidati nel prendere un microfono
in mano, la timidezza nel parlare alle tante persone accorse ai loro
comizi, io scorgevo una genuinità che mi confortava moltissimo,
molto di più degli slogan urlati dal loro leader. Ero sicuro che
questa semplicità avrebbe dato un cambio di rotta assai positivo a
tutto il mondo politico italiano e forse non solo, dal momento che
tanta politica miope e incapace di difendere gli ultimi prevale anche
nel quadro europeo. L'idea che cittadini, che mai avevano avuto a che
fare con la politica, si rimboccassero le maniche ed entrassero nei
luoghi decisionali mi sembrava una bellissima e feconda novità.
Ma già all'indomani delle elezioni
mi sono sentito tradito dal M5S. L'euforia e l'entusiasmo degli
eletti ed elettori del M5S per un risultato così travolgente e la
certezza di contare e di far finalmente sentire una voce tanto
diversa da quella cui eravamo abituati erano veramente grandi. La
politica italiana cambiava, si rinnovava nel segno di idee semplici e
del principio che normali cittadini fossero in grado di dare un
contributo costruttivo al miglioramento della società. E si
sentivano dichiarazioni che aprivano a chiunque da destra o da
sinistra avesse proposto idee valide e
di cui il nostro paese ha tanto
bisogno, se non vuole rassegnarsi al declino.
Ma quello che sembrava a me il
preambolo per una nuova fase politica è stato letteralmente
cancellato dalle urla e dagli ordini perentori e pieni di
autoritarismo del leader. Quasi di colpo non c'è stata più traccia
degli interventi degli eletti M5S su cosa fosse il caso di fare. A
parlare è stato solo il leader, oltre a un paio di fedelissimi, i
soli deputati a parlare in nome del movimento, i quali sono stati
peraltro smentiti e corretti dallo stesso Grillo.
Sono davvero tante le cose che mi sto
chiedendo in questi giorni, e ancora di più sono le perplessità.
Tutti i dubbi comunque possono essere messi sotto due grandi
interrogativi.
Qual è il senso di questa posizione
politica di netto rifiuto di ogni possibile azione di governo?
E ancora: come funziona oggi il M5S?
Si capisce bene che i due interrogativi sono strettamente legati tra
di loro. Per rispondere sarà utile ripercorrere gli ultimi sviluppi
all'interno del movimento.
Nei giorni successivi al risultato
delle elezioni Grillo ha deciso per tutti gli eletti Cinque Stelle
una linea drastica: nessuna alleanza, nessun patto, nessun governo.
Una simile scelta appare tanto più
discutibile, in quanto si spreca l'occasione di esercitare il potere
politico dei cittadini nel momento in cui le condizioni lo
permettono.
Forse Grillo intendeva confermare un
suo cavallo di battaglia, e cioè che i partiti si accordano su
tutto, perché in fondo hanno gli stessi obiettivi, sono la stessa
cosa. In tal senso la decisione di astenersi dal prendere parte a
qualsiasi governo poteva essere volta a favorire un accordo tra
destra e sinistra, così da assicurarsi un successo ancora più largo
alle successive elezioni. Si tratterebbe dunque di un calcolo
politico, che tuttavia ad oggi non ha trovato riscontro alcuno: se
questa era la previsione di Grillo, allora anche il leader, che
spesso indulge in sentenze valide per tempi avvenire, sbaglia.
Ma ammettiamo pure che non sia così, e
cioè che Grillo e Casaleggio non puntino a questo. Non sarebbe
dunque la formazione di un governo Pd- Pdl l'obiettivo di questa
presa di posizione. E allora quale?
Quale può essere lo scopo sull'altare
del quale si è disposti a sacrificare la governabilità e la
stabilità dell'Italia, oltre che l'azione di un governo formato
almeno in parte dal movimento dei cittadini?
Escludo che lo scopo possa essere
quello di conservare intatta l' “alterità” del movimento, la
quale verrebbe irreparabilmente compromessa, se l'M5S prendesse parte
a un governo formato da partiti oppure tecnico. Lo escludo, perché
il movimento potrebbe mantenere la coerenza governando fintanto che
venisse promossa un'azione che non sia in contrasto con i suoi
principi, o fino a quando non emergessero sporchi giochi di palazzo.
Quindi non può essere questo. Tanto
più dal momento che la volontà di non assumersi la propria
responsabilità di governo mina seriamente alla credibilità del
movimento, con conseguente perdita dei consensi alle prossime
consultazioni elettorali.
E dunque che obiettivo perseguono i
leader del M5S?
Ecco cosa credo: Grillo e Casaleggio
hanno in mente una idea di società diversa da quella che noi
conosciamo. Il video “Gaia: il futuro della politica”,
realizzato dalla CasaleggioAssociati, ipotizza un futuro nemmeno
troppo lontano in cui l'individuo non esiste se non ha un'identità
sui social network, una guerra mondiale che causerà un miliardo di
morti, e il trionfo della democrazia diretta resa possibile da
internet, la quale gestirà il governo mondiale, Gaia.
Grillo, dal conto suo, in linea con
questa idea di futuro, propugna la fine dei partiti; l'inizio di una
nuova era in cui il potere è gestito direttamente dai cittadini;
l'uso di internet come strumento unico della democrazia diretta e
dell'informazione, e il conseguente tramonto di mezzi di
comunicazione, definiti spesso “morti”, quali giornali,
televisioni, e forse anche radio.
Grillo annuncia ad ogni comizio la fine
della vecchia politica partitocratica e la nascita di una nuova fatta
dai cittadini. Si sentono dire molto di frequente commenti come: “
Non avete capito quello che sta succedendo”, “ Non vi rendete
conto che è cambiato tutto, voi -riferito ai partiti- siete il
vecchio che verrà spazzato via!”. E, ancora, in video elettorali
del M5S si sente parlare apertamente della volontà di imporre un
“nuovo modo di pensare”.
Ecco dunque la ragione di una linea
politica così radicale imposta dalla coppia Grillo-Casaleggio:
conseguire il loro ideale di politica. Che questo possa anche
portare al tracollo dei consensi del movimento, o che l'Italia vada
in malora per l'assenza di governo, ciò è assolutamente secondario
rispetto al fine di spingere il nostro paese e a ruota il resto del
mondo (tale è l'ambizione!) verso un modo di gestire il potere
totalmente nuovo.
Ebbene, quando si parla di “nuovo
modo di pensare” o di “nuovo modo di concepire la politica”, a
me vengono in mente due concetti inquietanti: pensiero unico e
totalitarismo.
Chi dunque
sostiene che il movimento di Grillo è a-ideologico e apartitico
commette un grave errore di valutazione. Il M5S, così come è
strutturato adesso, si è rivelato un partito verticistico sui
generis, certo, e fortemente ideologico. E l'ideologia è
ravvisabile in una idea totalmente nuova di società in grado di
mutare gran parte degli aspetti del vivere quotidiano. E' una
ideologia a tutti gli effetti, che sicuramente potrà arricchirsi di
ulteriori elementi o per mutate condizioni storiche oppure, più
probabilmente, per il capriccio di Grillo e di Casaleggio.
Hanno quindi ragione i due leader quando parlano di rivoluzione e di
cambiamento radicale, e la cosa mi preoccupa alquanto, perché chi
nella storia ha voluto realizzare una ideologia è sempre stato in
grado di passare sopra a tutto: dall'ingovernabilità e il caos di un
paese, fino all'eccidio e alla violazione delle libertà individuali.
Mi dà molta inquietudine, ancora, chi propugna qualcosa di
completamente nuovo presentandolo come assolutamente buono in
contrapposizione al vecchio, marchiato come errore e male da
debellare; perché credo che ciò che è buono e giusto non possa
essere qualcosa di nuovo e alternativo a ciò che è vecchio! Non
saranno le mutate condizioni storiche per via di innovazioni
tecnologiche, quale è internet, a plasmare in maniera del tutto
inedita i concetti di giusto e bene.
Per questo non credo, anzi provo orrore di fronte a chi professa il
nuovo che va bene per tutti.
Io temo il pensiero unico, temo il totalitarismo.
Alla luce di queste considerazioni è chiaro cosa è oggi il
Movimento Cinque Stelle, e così proverò a dare una risposta alla
seconda domanda.
Per
il perseguimento del loro obiettivo, Grillo e Casaleggio sono
arrivati forse per caso all'ideazione di un movimento dei cittadini
capace di inaugurare una nuova politica (ricordo che un primo
tentativo di incidere a livello politico Grillo lo fece quando chiese
di partecipare alle primarie del Partito Democratico nel 2007). I
principi di questo movimento sono noti a tutti: ogni cittadino
incensurato è più degno di qualsiasi politico di gestire la cosa
pubblica; la politica non è una professione; la classe politica è
corrotta e ha distrutto l'Italia.
A giudicare dallo stato in cui versa il
nostro paese è difficile davvero contraddirli: il buon senso di
ognuno di noi cittadini avrebbe rifiutato certi provvedimenti contro
l'interesse dei più, che pure sono stati presi dai governi
precedenti. E questo è il motivo del successo del M5S: non importa
se il programma è talvolta approssimativo o con lacune su certi
temi, perché chi come me l'ha votato ritiene che ad ogni nuovo
problema può essere trovata una soluzione valida grazie al buon
senso e alla competenza.
Ma il M5S, allo stato attuale, non è
il luogo della democrazia o dell'uguaglianza, in cui uno vale uno.
Grillo e Casaleggio hanno fatto breccia negli italiani, perché hanno
messo in evidenza l'assoluta miopia dei partiti politici rispetto ai
tanti disagi che oggi chi più, chi meno, è costretto ad affrontare,
ma questo movimento di cittadini si è rivelato la maschera di una
struttura assolutamente verticistica, uno strumento nelle mani di chi
mira a degli obiettivi che io ritengo altamente pericolosi.
Ma
ritorno a quello che è successo all'indomani delle elezioni. Dicevo
che, immediatamente dopo aver respirato un'aria di cambiamento nei
volti e negli atteggiamenti dei nostri nuovi rappresentanti, è
calato il terrore. Sì, il terrore, voluto da Grillo e Casaleggio per
serrare i ranghi della loro creatura.
Lì è parso chiaro dove era andato a finire il mio voto. Quelli
che dovevano essere solo il megafono e il garante di un movimento dei
cittadini e degli ultimi si sono rivelati ciò che forse sono sempre
stati: degli autoritari, uomini che amano il potere, e che stanno
cercando istillare negli eletti il terrore di essere buttati fuori
dal movimento stesso, se non faranno quello che dicono loro.
Cari eletti Cinque Stelle, voglio
rivolgervi un appello.
Dite la verità a voi stessi: non
avete paura della prevaricazione che state subendo? Non credete
che c'è qualcosa che non va per niente? Che dovreste essere liberi
di rappresentare noi cittadini invece del volere di un paio di
persone? Realizzate il fatto che in tal modo rischiate di tradire la
Costituzione stessa per cui avete più volte detto di battervi e di
voler difendere?
Se la risposta è sì, allora
ribellatevi, liberatevi da chi vuole mettervi un giogo. Create un
nuovo movimento dei cittadini estromettendo chi vuole farne uno
strumento per i propri scopi, perché di cittadini volenterosi ce
n'è bisogno, e milioni di italiani vi hanno votato per questo. Non
hanno votato Grillo. Io non ho votato Grillo.
E soprattutto: sappiate che anche voi
potete sbagliare. Sappiate che si sbaglia doppio quando si commette
un errore e poi non lo si ammette. Sappiate dunque che le vostre
convinzioni su ciò che è giusto fare potranno anche cambiare, ma
questo non è male. Male è perseverare nell'errore. Avete la
possibilità in totale autonomia di dare il vostro contributo al
miglioramento nostra società. Perché non farlo? Se poi non sarà
possibile, perché non ve lo permetteranno, allora denunciate tutto,
e torniamo a votare! Non sciupate l'occasione perché ve lo dicono
impongono i leader.
Il nostro paese è vittima della
mania di protagonismo. Tanti, troppi personaggi si ritengono
insostituibili, fondamentali, e Grillo e Casaleggio sono a pieno
titolo tra questi. Liberatevene, fare vincere il buon senso,
perché di questo l'Italia ha bisogno: persone serie dotate di buon
senso. Tanto basta per essere in grado di fare cose semplici e
giuste. Fatelo in nome del paese che rapprensentate.
A. S.